Biodegradabilità e compostabilità sono le due principali caratteristiche del Mater-Bi, la versatile bioplastica sviluppata da Novamont per la realizzazione di una vasta gamma di prodotti, tra cui sacchetti per la spesa e per la raccolta della frazione organica, posate e stoviglie, teli per la pacciamatura.
Spesso, però, tali peculiarità vengono confuse o considerate sinonimi: un’imprecisione che può condizionare negativamente la raccolta differenziata.
Se è vero che tutti i prodotti compostabili sono necessariamente biodegradabili, non è vero il contrario. Qual è, dunque, la differenza tra biodegradabilità e compostabilità?
La biodegradabilità è la capacità di sostanze e materiali organici di essere degradati in sostanze più semplici mediante l’attività di microorganismi. Quando il processo biologico (influenzato sia dal tipo di oggetto che si intende biodegradare sia dall’ambiente di biodegradazione) è completo, si ha una totale trasformazione delle sostanze organiche di partenza in molecole inorganiche semplici: acqua, anidride carbonica e metano.
La compostabilità, invece, è la capacità di un materiale organico di trasformarsi in compost attraverso il processo di compostaggio: un’attività biologica aerobica (che avviene in presenza di ossigeno), controllata dall’uomo e che porta alla produzione di fertile humus, indispensabile per la rigenerazione del suolo.
Il compost è una miscela di sostanze umiche, nonché un ottimo fertilizzante in quanto ricco di microrganismi utili al suolo. Il suo apporto di sostanza organica migliora la struttura del terreno e la biodisponibilità di nutrienti (composti del fosforo e dell’azoto).
I prodotti in bioplastica certificati come le soluzioni in Mater-Bi, cioè conformi alla norma UNI EN 13432 e recanti i marchi di certificazione che ne attestano la compostabilità, possono quindi essere conferiti nel residuo organico. Avviati agli impianti industriali di compostaggio, subiranno il suddetto processo, trasformandosi in eccellente compost per le coltivazioni.