È il 18 febbraio 2002 quando Federico Del Prete, presidente nazionale della Federambulanti, viene ucciso da dei camorristi per aver denunciato il racket delle buste di plastica della fiera di Mondragone. Lo stesso destino è toccato a Domenico Noviello, ucciso nel 2008 per essere riuscito a far arrestare e condannare alcuni affiliati del clan dei Casalesi.
Queste due storie hanno in comune il merito di aver prodotto uno stimolo importante: Gennaro Del Prete e Massimiliano Noviello, i loro figli, sono le menti dietro a Cooperativa Ventuno, una start-up nata per la rivendita di prodotti ecologici e compostabili—dai bioshopper fino a prodotti usa e getta per la ristorazione, passando anche per l’agricoltura—e supportata da NOVAMONT, leader nello sviluppo e nella produzione di materiali e bioplastiche.
Cooperativa Ventuno è un progetto che nasce sulla carta come risposta ad un bando dell’Azienda Speciale ASIPS della Camera di Commercio di Caserta, ma nei fatti è una reazione al bisogno di un’educazione alla legalità, la stessa che i padri dei due fondatori hanno cercato di diffondere e hanno infine pagato con la vita.
La start-up si pone un obiettivo molto chiaro: realizzare una rete di commercializzazione e distribuzione di shopper biodegradabili compostabili. L’idea è quella di coprire capillarmente il territorio della Regione Campania, dove il settore interessato—quello di commercio, alberghi e ristorazione—ha aumentato la propria taglia dimensionale media del 15.3 percento. Un binomio vincente, che da un lato vuole sfruttare l’evidente opportunità che il mercato offre, e dall’altra vuole educare alla legalità con la distribuzione di un prodotto ecologico e pensato per essere sostenibile.
Se la Cooperativa concentrerà i suoi sforzi sulla distribuzione e la sensibilizzazione, un importante aiuto nella produzione arriverà da NOVAMONT, che con la sua nuova famiglia di prodotti MATER-BI fornirà la materia prima necessaria allo sviluppo di un’economia e di un tessuto sociale basato sulla legalità e l’ecosostenibilità.
Ma perché affrontare questa battaglia sociale proprio con degli shopper biodegradibili compostabili? Un comunicato di Legambiente parla chiaro in merito, “La diffusione e la circolazione degli shopper illegali, spacciati per biodegradabili, nella grande distribuzione e nei mercati rionali—come quelli rappresentati da Federico Del Prete—è una questione molto seria, perché oltre a far male all’economia del Paese, ad alimentare il ciclo di illegalità e a causare gravi danni all’ambiente, rischia di vanificare quanto realizzato fino ad oggi dalle legge sui bioshopper.”
È dunque importantissimo che, nel cuore della Terra dei Fuochi, la normativa sui bioshopper entrata in vigore nel 2012 abbia permesso in tre anni di ridurre il consumo di buste dannose per l’ambiente, a favore di sacchetti a norma ed ecologicamente sostenibili.
I numeri sicuramente aiutano a configurare meglio le proporzioni del problema: secondo i dati elaborati da Legambiente solo in Campania 1.3 miliardi gli shopper illegali distribuiti, equivalenti a 10.000 tonnellate di buste non solo illegali, ma sopratutto nocive per l’ambiente—senza dimenticare il fattore economico: un mercato da ben 42 milioni di euro e che produce circa 9 milioni di IVA; la stessa Legambiente conferma che se questo mercato si componesse di shopper a norma di legge, il fatturato salirebbe a 72 milioni di euro, equivalenti a circa 16 milioni di euro di IVA.
Cooperativa Ventuno risponde a quello che di fatto è un bisogno: la creazione di una rete non solamente pensata per la vendita, ma sopratutto per la distribuzione di questi shopper a norma di legge—maggiori sono le possibilità di agire nella legalità, minori saranno i rischi di cadere nell’illegalità.
I prodotti della Cooperativa sono caratterizzati dal loro conformarsi allo standard europeo EN 13432, il quale definisce la biodegradabilità e la compostabilità degli imballaggi. Negli ultimi 14 anni, dalla sua entrata in vigore, lo standard ha svolto un ruolo fondamentale nell’identificazione degli imballaggi adatti al riciclo organico e nel processo di ammissione di questi rifiuti presso gli impianti di riciclo organico.
In conclusione, il progetto della start-up Cooperativa Ventuno è tanto ambizioso quanto fortemente necessario. A partire dalla sua sede a Carinaro, in provincia di Caserta, la Cooperativa vuole creare una rete commerciale e logistica capace non solo di iniettare nuova linfa vitale all’interno del tessuto economico della zona, ma di donare vitalità anche a quello sociale con un coraggioso slancio verso un’educazione e un tipo di iniziativa votata alla legalità.