Il 1° gennaio scorso è scattato, in tutti i Comuni italiani, l’obbligo di effettuare la raccolta dell’umido, secondo quanto previsto dall’articolo 182ter del d.lgs. 152/2006 che recepisce la direttiva europea 2018/851 in materia di rifiuti.
In base all’ultimo Rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l’organico rappresenta la frazione più raccolta in Italia (39,3% del totale di rifiuti prodotti), suddivisa in: frazione umida da cucine e mense (68,4%), rifiuti biodegradabili provenienti dalla manutenzione di giardini e parchi (27,1%), rifiuti avviati al compostaggio domestico (3,8%), rifiuti dei mercati (0,7%).
Nella frazione organica vanno conferiti non solo i residui di cibo e gli sfalci del prato, ma anche tutti i prodotti certificati in bioplastica, biodegradabili e compostabili. Piatti, posate e bicchieri in Mater-Bi, il biopolimero sviluppato da Novamont, possono dunque essere smaltiti con torsoli di mela e bucce d’arancia, per poi essere avviati agli impianti industriali di compostaggio. Il processo di compostaggio provvede alla trasformazione di questi scarti in una nuova risorsa: il compost.
Attualmente il nostro Paese è in vetta alla classifica europea per la produzione di compost, elemento prezioso non solo per la rigenerazione del suolo ma anche per la lotta al riscaldamento globale. Essendo ricco di sostanza organica, infatti, il compost impiegato nelle coltivazioni aumenta l’ammontare di carbonio immagazzinato nel terreno, migliorandone la struttura e incrementandone al contempo la fertilità.